domenica 25 agosto 2013

La Bellezza che brucia

Era da tempo che ne volevo discutere. Sono in effetti mesi che ci ragiono sopra. Un giorno mi sono trovata particolarmente convinta e ispirata e mi sono detta: "Oggi è il giorno in cui ne scriverò." E poi i giorni sono diventati due, poi tre, quattro e siamo arrivati a oggi, a quasi più di un mese da quando avevo formulato l'idea. Il punto è che l'idea l'ho avuta qualche giorno prima di rendermi conto che avevo intrapreso un percorso nuovo e, non so per quale mistico incantesimo, l'idea si è evoluta e quello di cui avrei voluto scrivere sembrava non valesse proprio più come prima. Ci ho messo un po' a capire che, in realtà, quello su cui volevo condividere il mio punto di vista valeva ancora, semplicemente avevo raggiunto un'ulteriore consapevolezza. E non mi sono resa conto che questo gradino in più non distruggeva per forza il mio pensiero precedente, semplicemente lo espandeva, forse lo complicava, ma non necessariamente lo deturpava.


Ed eccomi qui, allora, che finalmente vi scrivo della BELLEZZA. Voi direte "Tutta questa manfrina per l'ennesimo concetto inutile, frivolo?" Sta di fatto che ne ho capite di cose su questo frivolo e inutile concetto. E per quanto inafferrabili e incalcolabili siano certi aspetti della vita, c'è una parte di me che non ci vuole rinunciare, che sa che ci sono, che sono presenti anche se non si vedono, che sono intriganti anche se non si misurano. E uno di questi è la Bellezza. Ora, quante cose si dicono sulla bellezza e quante definizioni ci sono per la stessa? Tante. C'è chi dice che la bellezza è oggettiva, chi invece pensa che vari da persona a persona. C'è chi interpreta la bellezza forse solo come una caratteristica di un individuo. Ma la bellezza la si può trovare un po' ovunque nel mondo. 



Prima di lanciarmi in ulteriori disquisizioni, però, permettetemi una puntualizzazione. Se questo intervento può suonare in effetti frivolo, troppo roseo, troppo ottimista, se può sembrare manchi di considerazione verso tutto quello che bello -in un senso o in un altro- purtroppo non è, chiedo scusa. Posso giustificare un simile atteggiamento di apparente menefreghismo nei confronti del negativo, triste, doloroso, sfortunato e chi più ne ha più ne metta solo in quanto strategia difensiva che il mio organismo ha deciso di mettere in atto in queste ultime settimane. Per svariati motivi con cui non sto qui a tediarvi, sono come stata sottoposta all'iniezione di un siero di positività per cui, nonostante io sia ben memore di chi sta peggio di me, del fatto che molte cose nel mondo stanno andando diversamente da come molti desidererebbero, del fatto che non è sempre rose e fiori e di pensieri similari, beh, nonostante questo, sono fisicamente e mentalmente impossibilitata a vederla così male come dovrei. Per dirla in altro modo, forse più comprensibile e opportuno, a vederla tanto realisticamente quanto dovrei. 



Detto questo, però, passiamo a 'sta tanto citata Bellezza. 



L'idea originale mi è poppata out un pomeriggio, mentre scorrevo vari link su FB e Pinterest. Ed ecco che casca l'asino. Ho appena nominato due delle cose apparentemente più inutili e frivole che l'uomo abbia deciso di inventare. Ma cercate di seguirmi nonostante tutto :) Dicevo, l'idea originale è scaturita mentre visionavo svariate immagini di cose, case, altri luoghi. Più ne vedevo e meglio mi sentivo. Più ne trovavo e più mi rasserenavo. Più ne scoprivo e più mi dicevo quanto bello sarebbe poter rimirare dal vivo un paesaggio, godere del colore delle pareti di una camera, riappendere nell'armadio quel fantastico vestito dopo averlo appena finito di indossare, per non parlare del rimettere a posto quell'odoroso e antico libro in una biblioteca di odorosi e antichi libri come lui. E mi sono detta: "Amare la Bellezza è un pregio e una maledizione." Chi di bellezza si vuol circondare, spesso deve anche disporre di mezzi adeguati. Purtroppo moltissime cose al mondo hanno un prezzo e ovviamente libri, vestiti e anche colori per pareti non sono cose che ci si può procurare offrendo nulla in cambio. 



La considerazione è stata il primo passo verso il desiderio di voler indagare quest'arma a doppio taglio che è il gusto. Ovvio che i gusti variano da persona a persona e a volte da periodo a periodo della vita di una sola persona. Perciò, quando parlo del gusto parlo di ciò che piace a ciascuno di noi, qui e ora, senza esprimere alcun giudizio di valore. E quindi, all'epoca, avrei semplicemente avuto piacere ad annunciare al mondo il fatto che è meraviglioso poter dire che ci piace questo e quello, x e y, che vorremmo circondarci di tutto quello che troviamo bello. E avrei anche voluto aggiungere che, purtroppo, spesso, le cose che ci piacciono sono troppe ed è difficile metterle insieme tutte in un lasso di tempo ragionevole. Ma poi, dopo poco, mi sono accorta di un'altra cosa ancora. E il mio pensiero, l'idea originale si sono evoluti. Dichiarare quanto sia bello e allo stesso tempo insopportabile il fatto che tante cose ci piacciono e che vorremmo esserne costantemente circondati non era più esattamente quello che pensavo. 



Quello che mi sono ritrovata a pensare, e su cui avevo già anche molto, molto prima rimuginato, è che questa tanto agognata Bellezza non bisogna andare dall'altra parte del mondo per trovarla. Mi sono accorta che, spesso, basta guardarsi intorno per vedere qualcosa di bello. E in questo caso, anche se non sempre, e la prima libreria che ho scorto a Parigi mentre con la navetta ci si dirigeva dallo Charles De Gaulle al centro città ne è la prova lampante, molto spesso questa trafiggente Bellezza la si può cogliere in un campo di girasoli nel pieno di una giornata di fine luglio, nell'azzurro del cielo che non puoi osservare se non con una mano che ti ripari dalla sprizzante luminosità, nel profumo degli alberi che costeggiano una strada che altrimenti ti sembrerebbe desolata. Scusate tanto, non posso denigrare la libreria di Parigi che ha ufficialmente dichiarato quella città sede di un pezzo della mia anima, una specie di Horcrux buono, d'altro canto però non posso -e credo sia giusto così- dire che le cose belle sono solo frutto del talento umano. Anche se, a dirla tutta, chi si impegna è anche capace di capolavori che non richiedono per forza l'erculea fatica di concepire un complicato arazzo o qualunque altra cosa che ognuno di voi trova bella -va bene anche una teoria matematica, qui non ci si formalizza- e per cui generalmente serve poco più che un quaranta minuti per impacchettarla. E sto parlando, per esempio, degli odori della cucina. 



Anche questo è un ulteriore dettaglio sul quale mi volevo soffermare una volta deciso di scrivere della Bellezza. Ovvero, i cinque sensi. A parte tutto ciò che si intende come intellettualmente bello e che, a titolo personale, reputo un po' più complicato ma comunque sempre molto affascinante (quanta Bellezza può esserci nei sentimenti, negli stati d'animo, delle emozioni? E tutto questo non è sempre scontato sia frutto soltanto della percezione fisica, ma poi, come sempre, è un'opinione, e in quanto tale... opinabile -e permettetemi di dire che queste sottigliezza linguistiche che quasi certamente a molti suoneranno insopportabili sono per me causa di un sollazzo intellettuale non da poco), a parte quello che si percepisce diversamente che con naso, occhi, bocca, superfici tattili e orecchie (scordo qualcosa? Mah...), dunque, è per me fonte di ineguagliabile Bellezza. Per quanto non dimentichi ci siano viste, odori, suoni, percezioni sgradevoli ognuno a modo proprio, e per quanto tutto questo si declini diversamente a seconda di ciascuno di noi, è innegabile che ci basta aguzzare come un felino tutto quello di cui sopra per scoprire quanto il mondo ci circondi di Belezza in ogni dove. Due settimane fa ho scoperto quanto mi mancava l'odore del sugo che preparava mia nonna e che sono certa di non aver mai sentito uguale fino al momento in cui, appunto due settimane fa, sono passata da quella cucina che me lo riproponeva uguale uguale, solo generato da mani diverse. E lo stesso mi è capitato oggi, passando per le strade deserte di questa Imola di passaggio e odorando patate al forno al rosmarino.



E poi, però, ci sono anche quei magnifici odori -persevero lungo questa strada, almeno per il momento- che sono così buoni che però ti fanno male, ti danno fastidio. Mi capitava di sentire profumi, e quindi in questo caso si tratta del frutto del talento umano mescolato ad altro talento umano che ha realizzato cosa sarebbe occorso per produrre un così raffinato aroma, profumi, dicevo, che mi ricordavano di qualcosa che mi mancava. Mi piacevano tanto che avrei voluto averli sempre attorno ma urlavano allo stesso tempo quanto in quel momento fosse impossibile per me averli attorno. Mi ricordavano della mia condizione di desiderio frustrato. E poi, invece, ci sono anche quelle cose che sono così Belle da fare male non perché ti ricordano qualcosa che non hai, ma perché sono così Belle da essere insopportabili. Ed ecco l'ultimo step al quale è giunta l'evoluzione della mia idea originale. La Bellezza che fa male.



L'ultima volta che mi è capitato? Poco fa, durante una lettura. Le parole, messe così come erano, il ritmo che creavano mi facevano chiaramente immaginare la persona che ci aveva speso tempo e talento per metterle insieme. E il risultato è talmente perfetto da essere estremamente piacevole da leggere ma anche dannatamente insopportabile per farlo fino alla fine. Questo è un esempio di quella Bellezza che in questo esatto momento mi rendo conto di poter chiamare Bellezza da assumere a piccole dosi, responsabilmente. Mi sono resa conto che, così come esiste una soglia del dolore, esiste anche una soglia della Bellezza sopportabile. E mi sono resa conto di quanto la mia sia relativamente bassa. E per quanto da un lato la cosa sia anche un po' triste, penso che al contempo sappia essere anche una cosa meravigliosa. Ok, mettendola così può suonare estremamente megalomane, ma mi fa pensare di possedere una certa sensibilità il fatto di arrivare a non sopportare quello che trovo essere estremamente, dolorosamente Bello. O meglio, il fatto di concepire che esistano situazioni, cose, viste, tutto quello che come Bello può essere etichettato che sia insopportabilmente Bello, che sia impossibile poter apprezzare in tutta la propria Bellezza per un lasso di tempo abbastanza lungo da fartela respirare tutta. 



Questa è la Bellezza che però, paradossalmente, mi piace di più. E ce n'è tanta, anche se a volte ho un po' paura a incontrarla, perché temo di non essere abbastanza resistente da inalarla in una volta sola.